"Aprea, Cioffi, Sgarra, Langella, Giovannini, Lo Calzo, Pisani, La Rosa, Frezza, Ragatzu, Scarpa". Questa la formazione della Fidelis Andria che scese in campo domenica 5 giugno 2005 al Degli Ulivi nella gara di ritorno del play out contro il Vittoria, e terminata con il punteggio di 1-1 grazie ai gol di Amenta per i siciliani, e di Scarpa per la Fidelis.
Lo stesso punteggio con il quale si era conclusa la partita di andata in Sicilia, con le reti di Piovaccari per il Vittoria, e di Ragatzu per la Fidelis.
Il doppio 1-1 valse però la salvezza nel girone A di Serie C/1 per l'ultima Fidelis Andria guidata dalla famiglia Fuzio, che di lì a poco avrebbe passato definitivamente la mano.
Tecnico della Fidelis Andria era il compianto Giorgio Rumignani, scomparso una settimana fa all'età di 86 anni, e che ha allenato la Fidelis in tre periodi diversi, ma tutti caratterizzati da fortissime e contrastanti emozioni.
Emozioni tipiche di un romanzo articolato in tre atti, distanti esattamente sei anni l'uno dall'altro, di cui il più bello e affascinante per i tifosi andriesi è sicuramente il primo: quello della quasi miracolosa salvezza al primo anno di Serie B nella stagione 1992/93.
L'avventura di mister Giorgio Rumignani sulla panchina della Fidelis Andria ha inizio all'indomani del pesante 0-3 incassato a Verona dai biancazzurri dell'appena esonerato Mario Russo, il tecnico della storica promozione in B, quando dopo l'interregno di Stefano Boggia durato la sola partita del Bentegodi, il presidentissimo Giuseppe Fuzio affida a Rumignani le sorti di una squadra capace di racimolare appena tre punti in otto partite: tre punti ottenuti solo grazie ai pareggi interni contro Lucchese e Monza, e a quello sul campo di un Bologna in piena crisi tecnica e societaria, così come lo erano Taranto e Ternana, ultime in classifica a pari merito con la Fidelis.
Una situazione non nuova per Giorgio Rumignani, che si era trovato più o meno nelle stesse condizioni cinque anni prima sulla panchina di un'altra debuttante in cadetteria: l'incredibile Barletta che il tecnico di Gemona del Friuli riuscì a condurre alla salvezza dopo un girone di andata chiuso con appena dieci punti.
Rumignani fa il suo esordio sulla panchina della Fidelis pareggiando zero a zero contro il Padova il 1° novembre 1992: un pari al quale ne seguiranno altri quattro (Bari, Modena, Cesena e Ternana), intervallati dagli sfortunatissimi ko di Ferrara contro la SPAL e di Venezia, entrambi maturati in pieno recupero.
Il calcio lo ha inventato il diavolo, come ama dire un celebre allenatore italiano, ma è anche uno sport che a volte lancia segnali ben precisi. Il Barletta di Giorgio Rumignani, ad esempio, ottenne la sua prima vittoria in B nel dicembre 1987 nel derby casalingo con il Taranto. Ora, siamo al 20 dicembre 1992, e al Degli Ulivi di Andria è atteso proprio il Taranto: secondo il lettore come poteva andare a finire?
Fidelis Andria batte Taranto 2-0, con reti di Vittorio Insanguine e di Francesco Caruso: ed è così che la Fidelis chiude con una vittoria il 1992, e una difficile prima parte di campionato.
Il 1993 ha inizio con la grande nevicata che porta al rinvio della difficilissima trasferta di Ascoli (altro segnale che il campionato lancia alla Fidelis…), dai pareggi interni con i forti Piacenza e Cosenza, da quelli esterni di Lucca e di Pisa,e con l'unico neo rappresentato dalla sconfitta in casa della capolista Reggiana che sta letteralmente dominando il torneo.
Poi, come d'incanto, ecco il febbraio magico della Fidelis, che ha inizio con la tanto inaspettata quanto meritata vittoria per 2-0 sul campo dell'Ascoli (Petrachi-Insanguine) nel recupero della partita rinviata a gennaio; prosegue con lo zero a zero del Degli Ulivi con la fortissima Cremonese seconda in classifica, e poi culmina con lo storico successo in casa del Lecce terzo in classifica, con tanto di gol vittoria dell'ex Gianluca Petrachi.
Dopo l'exploit di Via del Mare, la squadra di Rumignani accusa però una flessione che, dopo i pareggi con Bologna, Monza e Verona, diventa vera e propria crisi con le sconfitte di fila incassate a Padova, Bari e Cesena, intervallate dal sanguinoso ko in casa con il Modena diretto concorrente nella lotta per la salvezza.
Poi però ecco le radiose giornate di maggio, con la Fidelis Andria che prima supera la SPAL con gol di Nardini, in quello che ha tutta l'aria di essere un vero e proprio spareggio salvezza; poi pareggia si in casa con l'Ascoli, e anche piuttosto a fatica sul campo delle praticamente già retrocesse Taranto e Ternana.
Ma è con le grandi della Serie B 1992/93 che la Fidelis si esalta, e dopo aver già seppellito il Venezia sotto il peso di quattro gol (tripletta di Maurizio Coppola, e gol del solito Petrachi), i ragazzi di Rumignani prima pareggiano zero a zero a Piacenza, rimandando di una settimana la storica festa per la promozione in A della squadra di Gigi Cagni, e poi, con un gol di Vittorio Insanguine a dieci minuti dalla fine, battono nell'ultima giornata la già promossa Reggiana e conquistano una salvezza tanto eroica quanto strameritata, mandando la SPAL a fare compagnia alle già retrocesse (e prossime al fallimento) Bologna, Taranto e Ternana.
Dopo altre quattro stagioni in cadetteria - intervallate dalla incredibile retrocessione del 1996, e dall'immediato ritorno in B dell'anno successivo - una giovane e sfortunata Fidelis Andria è artefice, nella stagione 1998/1999, di un inizio di campionato disastroso sotto la guida dello svizzero Roberto Morinini (tecnico ex Lugano, noto più che altro per aver clamorosamente eliminato qualche anno prima l'Inter dalla Coppa UEFA), Fuzio richiama in panchina Giorgio Rumignani, l'artefice del miracolo del '93.
L'inizio della seconda avventura di Rumignani in biancazzurro non sembra tuttavia sortire gli effetti sperati, con la prima vittoria sotto la sua gestione che arriva soltanto all'ultima giornata del girone di andata (2-0 sulla Ternana).
La prima vittoria dopo otto partita sotto la guida di Rumignani, coincide però con l'inizio dell'ennesima esaltante rimonta salvezza, con la Fidelis che dall'ultima giornata di andata alla dodicesima giornata di ritorno viaggia a ritmi da promozione, perdendo solo a Lecce (0-1) e inanellando un risultato di prestigio dopo l'altro, con il punto di massimo splendore rappresentato dalla storica vittoria sul Napoli, con reti di Florijancic e Tudisco per la Fidelis, e di Stefan Schwoch per i partenopei.
Dopo il pareggio in casa della Reggina di Elio Gustinetti, squadra che di lì a poco avrebbe festeggiato la sua prima storica promozione in Serie A, la Fidelis Andria è a +4 sulla zona retrocessione, e attende al Degli Ulivi una Reggiana con un piede e mezzo in Serie C, in pratica l'avversario ideale per blindare in anticipo una salvezza che pareva chimera solo qualche mese prima, e per coronare l'ennesimo miracolo calcistico di Giorgio Rumignani.
Ma come dicevamo, il calcio lo ha inventato il diavolo, e a una Reggiana già promossa in A nel 1993 contro la quale si era ottenuta la prima storica salvezza in B, nel 1999 purtroppo corrispose una Reggiana de facto già in C che con Citterio, Margiotta e Protti riportò brutalmente la Fidelis Andria alla realtà di una salvezza ancora tutta da conquistare.
Al 2-3 contro i granata emiliani seguirono quattro pareggi di fila con Cesena, Genoa, Atalanta, e prima dello zero a zero di Bergamo, quello per 2-2 del Degli Ulivi contro il Pescara, partita al termine della quale si scatenarono degli incidenti che costarono alla Fidelis Andria la squalifica del campo per l'ultima gara interna contro il Torino di Emiliano Mondonico.
Si gioca a Benevento, e purtroppo per la Fidelis non c'è partita, con il Toro che va a segno con Sommese, Lentini, Ferrante e Artistico e che festeggia con il 4-1 finale il ritorno in Serie A dopo tre anni.
La Fidelis Andria dovrà invece giocarsi il tutto per tutto in casa della Ternana, con il Cosenza che invece ospita (e batte) un Cesena già salvo.
Quel che successe al liberati di Terni quel maledetto 13 giugno 1999 è ancora scolpito nella mente dei tifosi andriesi: Rumignani ferito da un oggetto lanciato dagli spalti; la doppietta di Borgobello; la rete dell'illusione di Matjaz Florijancic; le espulsioni dei difensori Mercier e Corrado, e del ternano Mayer.
Il calcio, dicevamo, oltre ad essere inventato dal diavolo è sport che lancia segnali, con l'avventura in Serie B della grande Fidelis Andria di Fuzio che si conclude sul campo della Ternana, squadra a braccetto della quale la Fidelis diede inizio al suo indimenticabile ciclo, prima con la promozione dalla C/2 alla C/1 del 1989, e poi con la storica promozione in B del 1992.
Insieme alla Fidelis (e alla Cremonese), quell'anno retrocessero inoltre in C la Lucchese, squadra con la quale i biancazzurri di Mario Russo esordirono in cadetteria nel 1992, e la già citata Reggiana, squadra contro al quale la Fidelis ottenne la prima storica salvezza: il tutto quasi a voler simboleggiare la chiusura di un cerchio.
Abbiamo iniziato questo racconto con la formazione del vittorioso spareggio playoff di Serie C/1 con il Vittoria: spareggio al quale la Fidelis Andria giunse guidata da Giorgio Rumignani, al culmine dell'ennesima rimonta salvezza iniziata con uno zero a zero interno contro il Pisa, con il quale il tecnico di Gemona del Friuli iniziava a puntellare una difesa che fino ad allora faceva acqua da tutte le parti, e che alla lunga si sarebbe rivelata l'arma in più per l'ultima salvezza in Serie C/1 della Fidelis Andria della famiglia Fuzio.
Fu questo l'ultimo regalo di mister Giorgio Rumignani alla Andria calcistica.
Un Andria calcistica che non lo dimenticherà mai.
domenica 28 dicembre 2025 07:00 Cosimo Campanella
Giorgio Rumignani e la Fidelis Andria: un romanzo in tre atti
Dal miracolo in B del 1993, al playout col Vittoria del 2005. Passando per i rimpianti del ‘99